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Scuola di legalità

Saluto del Dirigente Scolastico

Cari bambini, ragazzi, genitori e docenti,

siamo giunti quasi al termine di questo incredibile anno scolastico. Avreste mai immaginato si sarebbe concluso in questo modo? Credo di no; forse neanche dopo l’interruzione delle attività in presenza a marzo. Del resto anche la nostra Ministra ad aprile aveva descritto i

famosi due scenari: uno dei quali era quello del rientro a scuola il 18 maggio. Molti di noi lo hanno tanto sperato. Invece, a poche settimane dal termine delle lezioni, purtroppo, sappiamo che a scuola, per quest’anno, in presenza non si tornerà!

Se vi avessi davanti a me, mi piacerebbe chiedervi cosa della scuola vi sta mancando maggiormente! Immagino alcune delle possibili risposte: gli amici, i professori, il rientro a casa, la ricreazione, l’ora di lezione della propria materia preferita, la tensione per un compito in classe che poi va bene, l’ultima campanella dell’anno scolastico. E chissà quante altre risposte verrebbero fuori, che costituirebbero spunti per la stesura di un libro. Ma se la domanda ve la facessi oggi, 23 maggio, voi cosa mi rispondereste? Questa data cosa vi fa venire in mente? Domanda forse banale! Lo sapete tutti, ma facciamo qualche riflessione insieme.

Oggi è la giornata nazionale della legalità, data in cui nel 1992 si verificò la strage di Capaci durante la quale persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Strage che, insieme all’uccisione di Borsellino, amico fraterno e collega di Falcone, non ha colpito la sola vita degli abitanti della Sicilia o le sole coscienze dell’epoca, ma ha cambiato la storia del nostro Paese, soprattutto in ordine alla consapevolezza che quegli eventi sono un’offesa a tutti noi, adulti e bambini, donne e uomini di ogni regione, cittadini che, oggi come ieri, sono convinti che la lotta alla mafia debba essere un impegno di tutti. E questa giornata è una occasione preziosa, anche se non la sola, per confermare che tutti noi vogliamo e possiamo essere testimoni di legalità.

Vi ricordate come abbiamo celebrato il 23 maggio lo scorso anno e quelli precedenti? Per dieci anni, ancora prima che entrassi a far parte del nostro istituto, in un plesso periferico, a Cinquina, è stato organizzato il convegno sulla legalità che ha rappresentato un vero e proprio fiore all’occhiello della progettualità della scuola. Per completezza di informazione, quel plesso due anni fa è stato intitolato, non a caso, proprio ad una testimone di legalità: Lea Garofalo.

Nelle varie edizioni del convegno sono stati presentati i lavori più significativi che voi alunni avete fatto con i vostri insegnanti; lavori provenienti da tutti i plessi e dai tre ordini di scuola.

Lo scorso anno le proposte sono state così tante che abbiamo pensato di ampliare lo spazio legato alla legalità, istituendo la settimana della legalità; quindi, non un solo giorno, ma un’intera settimana da dedicare a dibatti ed approfondimenti su questo tema.

Immaginate il nostro rammarico quest’anno all’idea di non poter riproporre tutto questo! Ma poi, siamo riusciti ad inventarci qualcosa che vi consentirà di celebrare comunque questa giornata, seppur a distanza.

Quest’anno ci sarà la staffetta della legalità. Dopo questo mio saluto, ora dopo ora, i vostri lavori verranno pubblicati sul nostro sito, in modo da farli conoscere a tutti e, in questo modo, apprezzarli e valorizzarli. Come tutte le staffette, anche la nostra avrà un vincitore e sarete proprio voi e le vostre famiglie a decretarlo. Vi piace l’idea? A noi è parso un bel modo di celebrare la giornata della legalità. In un anno così particolare abbiamo dovuto rinunciare a tante attività scolastiche, ma a questa non potevamo, e sapete perché? Ve lo spiego.

La scuola è il luogo che vi offre, giorno dopo giorno, occasioni di apprendimento, promuove la vostra capacità di elaborare strumenti di pensiero che vi orienteranno nel percorso di vita personale.

Ma prima ancora di questo, la scuola è il luogo in cui si condividono i valori che ci fanno sentire parte integrante di una comunità, nella consapevolezza che non basti solo farne parte, ma bisogna crearla insieme, dando continuamente il proprio contributo alla sua costruzione.

Compito prioritario della scuola è quello di aiutarvi a diventare cittadini consapevoli e responsabili; cittadini italiani che siano nello stesso tempo cittadini dell’Europa e del mondo; cittadini che un domani, neanche così lontano, dovranno contribuire a cambiare in meglio la comunità di cui fanno parte, una comunità unica ed allargata: italiana, europea ed universale. Pensiamo, cioè, che la scuola abbia il compito di insegnare ad apprendere, ma anche quello di insegnare a essere, valorizzando l’unicità di ciascuno di voi, nel rispetto delle regole e dei valori comuni di una società sempre più ampia e complessa.

Per tutte queste ragioni, giorno dopo giorno, i vostri insegnanti, come tutti gli operatori scolastici, si dedicano con costante dedizione a diffondere tra di voi la cultura della legalità e del rispetto delle regole condivise, stimolandovi a collaborare con i vostri compagni per la costruzione del bene comune, a manifestare le vostre opinioni e la vostra personalità nel rispetto degli altri, a sperimentare le prime forme di partecipazione alle decisioni comuni all’interno della comunità scolastica.

Un impegno che noi operatori scolastici condividiamo con i vostri genitori, attraverso un’alleanza educativa costruita nel rispetto dei ruoli, che risulta indispensabile ma che richiede altresì la collaborazione di ulteriori risorse di carattere sociale e culturale, in una dimensione di integrazione fra scuola e territorio, che sempre più spesso caratterizza l’azione di questo istituto.

Si tratta di un impegno importante che, soprattutto in un anno così particolare, volevamo onorare. Ed è per questa ragione che oggi, 23 maggio 2020, la scuola non poteva fermarsi!

Colgo l’occasione per rivolgere un particolare ringraziamento al personale scolastico, ai genitori e agli esperti che ci hanno offerto la loro disponibilità e collaborazione per la realizzazione di questa iniziativa.

La vostra Preside Angela Minerva

 

Introduzione

Ormai da diversi anni, durante questa settimana di maggio la nostra attenzione è focalizzata su un importante obiettivo cioè l’organizzazione del “Convegno alla Legalità”, conclusione di un percorso che gli alunni insieme ai docenti, costruiscono durante l’anno intorno ad una tematica riguardante la legalità!

L’argomento scelto è stato “L’arma della parola” e quest’anno il silenzio delle nostre aule prospettava una conclusione altrettanto silenziosa e arrendevole!

Ma sicuramente non è questo lo spirito che anima il nostro istituto, mai come in questo momento abbiamo sentito il bisogno di continuare ad essere una comunità educante.

Proprio in questa situazione di emergenza ha prevalso l’idea di dare continuità a quei principi su cui si basa il lavoro di noi docenti e cioè formare coscienze critiche e libere, creare in ogni alunno la consapevolezza che, per ciascuno, non mancano le occasioni per agire attivamente nella legalità, ogni persona può contribuire alla costruzione di un mondo migliore attraverso la propria quotidianità, la propria correttezza e serietà. La cultura mafiosa mette le sue radici dove la cultura è assente, per questo è fondamentale che i nostri alunni scoprano nella scuola la cultura della legalità provando a livello pratico cosa significa. Trasmettere loro il senso di una rivoluzione della legalità non può che prendere il via sui banchi di scuola.

Ecco il nostro impegno quotidiano, la nostra piccola antimafia delle grandi cose!!

Giornate come queste, all’interno della scuola, sono vissute all’insegna della riflessione sull’importanza della lotta alla mafia, l’importanza del rispetto delle regole affinché non venga reso vano il lascito di tanti cittadini che hanno sacrificato la loro vita per l’impegno nella diffusione della legalità. 

Siamo consapevoli che è questa la nostra vera missione!

Termino con le parole di un uomo che ha fatto di tutto ciò lo scopo principale della sua vita, con l’auspicio che ciascuno di noi possa realizzarlo nella sua realtà quotidiana: La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. (Paolo Borsellino).

Enza Ferente

Referente Progetto Legalità

 

 

 

 

 

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